Batteri, virus e parassiti, o le tossine da loro prodotte, ne sono la causa. Come? Attraverso la contaminazione di cibi preparati o conservati in modo improprio. Anche i viaggi in alcuni paesi stranieri, soprattutto esotici, e quindi il contatto con ecosistemi e ambienti molto diversi da quelli a cui siamo abitualmente esposti, possono causare una forma di gastroenterite, comunemente denominata “diarrea del viaggiatore”.
La gastroenterite può colpire chiunque, ma è più frequentemente contratta dai bambini a causa delle loro deboli difese immunitarie e, purtroppo, in questa età così delicata può essere causa di gravi conseguenze.
La diarrea ed il vomito, classici sintomi della gastroenterite, se di natura molto rilevante o di lunga durata possono condurre alla complicanza più temibile: la disidratazione, cioè la perdita eccessiva di liquidi corporei.
La disidratazione è più frequente nei neonati enei piccoli lattanti, per cui è fondamentale riconoscerne tempestivamente i sintomi:
● Occhi scavati e alonati
● Bocca secca ed arida con poca salivazione: il piccolo richiederà frequentemente l’assunzione di liquidi
● Letargia: in questa eventualità il piccolo si mostra incline ad addormentarsi, anche in momenti della giornata in cui non è solito farlo;
● Fontanella insolitamente morbida.
● Scarsa lacrimazione
● Perdita molto veloce di peso, grazie alla quale è possibile stimare il grado di disidratazione
Con il termine “disidratazione” non si intende la semplice perdita di acqua, ma anche di importanti componenti: gli elettroliti (o sali minerali). Questi devono essere necessariamente reintegrati, ed è possibile farlo, per esempio, con l’assunzione di spremute di agrumi e di banane, particolarmente utili per il potassio.
Spesso la gastroenterite non necessita di alcun intervento farmacologico, in quanto regredisce autonomamente grazie al riposo e ad una corretta reidratazione.
Per cercare di reidratare una persona in preda a nausea e vomito, si consiglia di somministrarle piccoli e frequenti sorsi d’acqua e, nel caso più grave di uno scompenso elettrolitico, di aggiungere una soluzione orale di elettroliti, disponibile in farmacia e in alcuni negozi di alimentari, in quanto l’acqua da sola non contiene adeguati sali.
Saranno invece da evitare succhi, bibite o bevande gassate che, contenendo molti zuccheri, potrebbero aggravare la diarrea.
In ogni caso, è opportuno contattare tempestivamente il proprio pediatra di fiducia al fine di effettuare un appropriato monitoraggio delle condizioni fisiche, soprattutto nel caso in cui il paziente sia un neonato, soggetto particolarmente a rischio.
In alcuni casi il medico potrebbe prescrivere farmaci antiemetici (ovvero contro la nausea e il vomito); per via orale se il vomito è moderato, per via endovenosa se il vomito si presenta in forma grave.
Inoltre, nel caso in cui la diarrea persista per più di 24-48 ore e non ci sia sangue nelle feci, si possono somministrare farmaci antidiarroici, sempre sottostretto controllo medico.
È bene sapere e importante sottolineare che, se la gastroenterite è di origine virale (cioè è causata da un virus), gli antibiotici non hanno alcuna efficacia. Questa regola vale anche per alcune infezioni batteriche quali la salmonellosi.
I probiotici o fermenti lattici vengono spesso consigliati per ripristinare la flora batterica intestinale e per stimolare le difese immunitarie. Tuttavia i fermenti lattici non sono tutti uguali: i ceppi di probiotici per cui esiste un buon livello di evidenza scientifica per i benefici sui bambini affetti da gastroenterite sono Saccharomices boulardi, Lactobacillus rhamnosus GG e il Lactobacillus Reuteri.
La pratica comune di seguire diete restrittive, in bianco o addirittura di digiunare per tutta la durata della gastroenterite si è rivelata inutile. Quindi non è opportuno sospendere o cambiare il tipo di cibi assunti e soprattutto i bambini dovrebbero continuare a mangiare o ricominciare a nutrirsi non appena presentino un miglioramento dell’appetito.
È stato infatti dimostrato che non interrompere l’alimentazione riduce la durata della malattia in quanto migliora la permeabilità intestinale alterata dall’infezione. La dieta può contenere carboidrati, carne, frutta e verdura; gli unici cibi da evitare sono quelli ad alto contenuto di zuccheri, come i dolci o le bevande gassate.I latticini vannoassunti con moderazione, ma l’allattamento al seno non deve mai essereinterrotto.
Per ricevere informazioni più dettagliate sul trattamento della gastroenterite nei bambini è possibile fare riferimento al dottor Paolo Tagliabue, Primario di neonatologia presso l’ospedale di Monza e operante anche presso il proprio studio privato. Grazie alla sua esperienza è in grado di consigliare le terapie più idonee da seguire per garantire la guarigione dei piccoli pazienti.